Teatro

Il teatro italiano piange la morte di Aldo Giuffrè

Il teatro italiano piange la morte di Aldo Giuffrè

Aveva dato l’addio alle scene poco dopo aver compiuto 80 anni, un addio sofferto, che aveva celebrato con la pubblicazione del suo terzo romanzo, “I Coviello” in cui narra la storia di una compagnia di teatro in giro per l’Italia duante gli anni del secondo dopoguerra. Già perché il teatro non poteva abbandonarlo del tutto, Aldo Giuffrè, classe 1924, dal debutto nel 1947 con Eduardo De Filippo nella storica prima al San Carlo di “Napoli Milionaria”, preceduta da una lunga gavetta cominciata conll'esperienza come giovanissimo filodrammatico al teatro dei Salesiani al Vomero; non l’aveva abbandonato nemmeno dopo la brutta operazione alle corde vocali che negli anni ottanta lo aveva costretto ad un’afonia che, miracolosamente, gli donò ancora maggiore intensità interpretativa, e che gli ha fatto conoscere, anche con il fratello-rivale Carlo, una stagione di grandi successi teatrali.
Anche al cinema aveva ottenuto lusinghieri successi, sin da quando ventiquattrenne debuttò nell’ “Assunta Spina” di Mario Mattioli, sempre al fianco di Eduardo e con la grande  Anna Magnani, per poi lavorare anche con Totò, Steno, Monicelli, Nanny Loy (indimenticabili le sue interpretazioni del soldato trucidato dai nazisti nelle “Quattro Giornate di Napoli” e del malavitoso in “Mi Manda Picone”), Lizzani, Francescon Rosi, e Vittorio De Sica, che lo volle a fianco di Sophia Loren e Marcello Mastroianni nel film premio Oscar “Ieri, Oggi e Domani”. In teatro,oltre ad essere interprete di tanti successi di Eduardo, lo ricordiamo protagonista di opere di Pinter, Pirandello, Moliere. Con la morte di Aldo Giuffrè il Teatro italiano perde ancora una volta un insostiutito ed insostituibile interprete, ed ancora una volta ci sentiamo più tristi e più poveri.